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Guida: come aprire conto corrente intestato ad un trust
Il Difficile Rapporto tra Banche e Trust in Italia: Prevenzione, Diffidenza e Soluzioni
In Italia, nonostante la ratifica della Convenzione de L’Aja sul trust e la pubblicazione di linee guida da parte dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) su come aprire e gestire conti correnti per trust, esiste una notevole variabilità nell’approccio delle banche. Alcune filiali accettano facilmente l’apertura di conti per trust, mentre altre la rifiutano a priori, creando un clima di incertezza per chi desidera utilizzare questo strumento giuridico.
Le Principali Difficoltà Riscontrate
Secondo il professor Mauro Norton Rosati di Monteprandone, esperto di diritto del trust, le banche italiane mostrano spesso diffidenza nei confronti dei trust, sospettando potenziali violazioni delle normative antiriciclaggio. Questo atteggiamento porta frequentemente al rifiuto dell’apertura di conti correnti per trust, a meno che il patrimonio coinvolto non sia particolarmente elevato, rendendo l’operazione economicamente vantaggiosa per l’istituto bancario.
In alcune regioni, come la Liguria e il Veneto, sono stati segnalati casi in cui, dopo anni di gestione di conti intestati a trust, le banche hanno concesso solo 60 giorni per la chiusura del rapporto, causando danni significativi ai trust commerciali. Inoltre, alcune banche di grandi gruppi pretendono di essere nominate come trustee per aprire un conto corrente dedicato, riducendo l’attrattiva del trust come strumento di gestione patrimoniale.
Le Cause della Diffidenza Bancaria
Le difficoltà nell’apertura di conti per trust derivano spesso da una mancanza di aggiornamento e formazione da parte dei funzionari bancari. Molti istituti si basano su documenti obsoleti e non hanno seguito l’evoluzione del trust nel panorama giuridico italiano. Questo porta a richieste inappropriate, come la richiesta di un codice ATECO o l’iscrizione alla Camera di Commercio per un trust, che non sono applicabili.
La normativa antiriciclaggio viene spesso applicata in modo eccessivamente rigido, con verifiche approfondite anche su soggetti che potrebbero non diventare mai titolari effettivi del trust. Questo approccio scoraggia l’utilizzo del trust e complica inutilmente le procedure.
Le Soluzioni Proposte
l’ostinazione delle banche che rifiutano è contraria alla legge!
Il professor Rosati sottolinea l’importanza di un cambiamento nella mentalità dei funzionari bancari, promuovendo la formazione e l’aggiornamento professionale per comprendere meglio il funzionamento e le finalità del trust. È fondamentale che le banche valutino caso per caso, evitando pregiudizi e applicando le normative in modo proporzionato.
Inoltre, è essenziale ricordare che la Convenzione de L’Aja prevede l’obbligo per il trustee di aprire conti dedicati al trust, al fine di evitare la commistione dei patrimoni. Pertanto, l’ostinazione delle banche nel rifiutare l’apertura di tali conti può essere considerata contraria alla legge.
Il Ruolo dello Studio Legale di Proprietà Intoccabile
Lo studio legale di Proprietà Intoccabile si impegna a supportare i clienti nella costituzione e gestione di trust, affrontando le sfide legate all’apertura di conti correnti e alla relazione con gli istituti bancari. Grazie all’esperienza maturata, lo studio è in grado di fornire assistenza personalizzata, garantendo il rispetto delle normative e la tutela degli interessi dei propri assistiti.
Per ulteriori approfondimenti sull’argomento, è possibile consultare l’articolo completo su Agenzia Stampa Italia. 1
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Aprire un conto corrente intestato a un trust in Italia, specie se si tratta di un trust autodichiarato, è possibile ma non banale. Le banche italiane sono ancora caute e poco abituate a questo tipo di struttura. Vediamo cosa devi sapere, quali ostacoli puoi incontrare e come affrontarli al meglio.
🏦 1. È possibile aprire un conto intestato a un trust?
Sì, legalmente è possibile, anche per un trust autodichiarato, purché il trust sia costituito correttamente e il trustee sia identificabile e operativo.
La legge italiana non vieta l’apertura di conti intestati a un trust, ma:
- non esiste una procedura uniforme tra le banche;
- spesso serve mediazione e spiegazione tecnica alla banca.
⚠️ 2. Le problematiche comuni che puoi incontrare
🔒 1. Diffidenza o ignoranza della banca
- Le filiali non sono abituate ai trust e possono rifiutarsi per “politica interna”.
- Molti funzionari bancari non sanno distinguere tra trust, fondazioni o società.
📄 2. Documentazione non accettata
- Alcune banche non accettano un trust autodichiarato, se il trustee è lo stesso disponente.
- Potrebbero richiedere registrazioni estere o codici fiscali che il trust non ha.
🕵️ 3. Residenza fiscale poco chiara
- Se la banca sospetta che il trust abbia residenza fiscale estera (es. per legge regolatrice straniera), può attivare controlli anti-riciclaggio (CRS, FATCA).
✅ 3. Come superare le difficoltà: consigli pratici
📌 Passo 1 – Prepara un dossier completo
Porta in banca:
- Atto istitutivo completo, con finalità, beneficiari e durata.
- Documento di identità e codice fiscale del trustee.
- Eventuale nomina del protector.
- Lettera accompagnatoria che spiega:
- Cos’è un trust autodichiarato.
- Che sei trustee, ma gestisci beni separati.
- Che il trust è fiscalmente residente in Italia.
➡️ Ti serve un PDF chiaro e professionale: posso preparartelo.
📌 Passo 2 – Scegli la banca giusta
Alcune banche sono più “trust friendly”, soprattutto:
- Private banking e wealth management.
- Banche con divisione fiduciaria (es. UBS, Intesa Private, Banca Generali, BNL Private, alcune filiali Unicredit).
- Banche che operano già con trust (chiedi se hanno “clienti trust”).
Evita sportelli standard: chiedi appuntamento con il direttore o il gestore imprese/patrimoni.
📌 Passo 3 – Spiega la struttura
Fornisci un diagramma semplice:
DISPONENTE = TRUSTEE (Mario Rossi)
↓
Gestisce i beni per conto di
↓
Beneficiari: Giulia e Luca Rossi
↓
Attraverso il Trust Famiglia Rossi (istituito con legge di Jersey, residente in Italia)
Aggiungi una dichiarazione sulla residenza fiscale in Italia e l’assenza di soggetti esteri rilevanti.
🧾 4. Serve codice fiscale per il trust?
Sì.
- L’Agenzia delle Entrate assegna un codice fiscale al trust, anche autodichiarato.
- Serve per: aprire il conto, presentare dichiarazioni, ricevere o detenere beni.
Come si richiede?
- Tramite modello AA5/6 (se ente non commerciale)
- Può farlo il trustee come rappresentante fiscale
➡️ Posso fornirti il modello compilabile.
🛡️ 5. Come intestare il conto correttamente
La dicitura corretta per il conto dovrebbe essere:
“Mario Rossi, in qualità di Trustee del Trust Famiglia Rossi – C.F. XXXXXXXX”
È fondamentale che il trustee appaia solo come mandatario fiduciario, non come intestatario personale.
📊 6. Cosa fare dopo l’apertura
- Utilizza solo questo conto per gestire i beni del trust.
- Conserva tutta la documentazione a supporto dei movimenti.
- Inserisci il conto nella dichiarazione fiscale del trust.
- Se il conto è estero: dichiaralo nel quadro RW.
✅ Riepilogo pratico – Checklist
Azione | Obbligatoria | Note |
---|---|---|
Richiedere codice fiscale per il trust | ✅ | Con modello AA5/6 |
Preparare atto costitutivo firmato | ✅ | Meglio se con notaio |
Allegare lettera accompagnatoria per la banca | ✅ | Spiega struttura e finalità |
Trovare banca disponibile | ✅ | Preferisci divisioni Private |
Intestare correttamente il conto | ✅ | “in qualità di Trustee di…” |
Tenere contabilità separata | ✅ | Anche se conto personale del trustee |
Evitare movimenti personali | ✅ | No commistione con beni propri |
Vuoi che ti prepari:
- ✅ Lettera da consegnare in banca
- ✅ Modello per richiesta codice fiscale
- ✅ Diagramma grafico del trust?
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